Ordine al Merito Militare di San Giorgio di Lucca

Tale Ordine è nato per riconoscere coloro che in ambito militare si sono distinti per la solerzia e l'abnegazione delle loro attività; è riservato a coloro che sono, o sono stati militari, o hanno operato in strutture similari. Evidenzia e premia l'attività prestata, la fedeltà all'istituzione, gli utili servigi resi alla civica comunità, il senso del dovere, le capacità di servizio o di comando, siano esse prestate al servizio dello Stato a cui appartiene l'insignito, che per benemerenze acquisite presso la Reale e Ducale Casa di Borbone Parma.

Il 10 giugno 1833, con decreto sovrano n. 24 del Ducato di Lucca, controfirmato dal marchese Ascanio Mansi, Carlo Lodovico di Borbone, duca di Lucca, divenuto poi Carlo II, sovrano di Parma e Piacenza, alla morte di Maria Luigia d'Asburgo, istituiva l'ordine di San Giorgio per il Merito Militare. Scopo della decorazione era quello di premiare quei militari che si fossero particolarmente distinti "per azioni di valore, per straordinari servigi, non che per il loro attaccamento e la loro fedeltà alla nostra R. Persona".

I regolamenti costituenti della decorazione furono successivamente integrati con i decreti del 25 agosto 1836 e del 7 maggio 1841. L'onorificenza poteva essere concessa, a norma dei regolamenti, anche ai militari di Stati esteri, purché gli stessi avessero i meriti stabiliti dai decreti di istituzione. Esempio di tale possibilità è senza dubbio la nomina del famosissimo generale conte Giuseppe Radetzky, governatore generale del Lombardo-Veneto.

Dagli Almanacchi di Corte è riscontrabile che numerosi militari, diplomatici e dignitari, impegnati nelle forze armate, furono insigniti della Decorazione di San Giorgio. Fra questi ricordiamo il principe ereditario Ferdinando Carlo, poi duca di Parma e Piacenza come Carlo III, il principe Diofebo di Soragna, al servizio della duchessa di Parma e Piacenza, S.A.S. il principe Alessandro II di Vallacchia, le LL. AA. SS. i principi Guglielmo e Carlo di Solm-Braunfels, ufficiali dei Dragoni del re di Prussia, il principe Costantino de Ghicka, il principe Federico di Schwarzenberg, il barone Edoardo Schmuker, il conte Gustavo d'Isenbourg e Budingen, il conte Luigi Serristori, il barone Francesco di Lowenberg, il conte Agostino Passerini, il conte Grogorio d'Orloff, colonnello di cavalleria dell'imperatore di Russia, il barone Giuseppe di Odelga, il conte Rivarola, generale al servizio della Corona d'Inghilterra, il barone Carlo Antonio di Gahlen Assen, al servizio dell'Imperatore d'Austria, il conte Adamo Reviczky, il conte Carlo Gabriele Rasini, Don Gaetano Pullini dei conti di San Antonino, il conte Faraone Solaro di Moretta, il conte Vittorio Radicati di Marmorito e Passerano, il barone di Call Hulmbach, il marchese Giovan Battista Mansi, consigliere di Stato, il conte Arturo Lynar, tenente dei Dragoni del re di Prussia, l'avv. Antonio Raffaelli, consigliere di Stato, il conte Carlo Schonhals, aiutante di campo del feldmaresciallo Radetzky, il comm. Francesco de Rossi, ciamberlano del duca di Lucca, il luogotenente generale Angelo Olivieri di Vernier, comandante generale della cavalleria del re di Sardegna, il colonnello Angelo Bongiovanni di Castelborgo, comandante il reggimento Aosta Cavalleria del re di Sardegna, il conte Vittorio Seyssel d'Aix, direttore dell'armeria del re di Sardegna, il cavaliere Nicolao Giorgini, consigliere di Stato, il principe Felice di Lichnowsky, il conte Ermanno di Schlippenbach, il conte Federico Bernardini, il principe Federico Imperiali, il conte Francesco Trebiliani, il conte Sebastiano de Navasqués, il barone Stefano di Piller, il marchese Luigi Montecuccoli degli Erri, il visconte Edmondo de Gasque de Lamotte, il Conte Francesco Albizzini, il marchese Pietro Provenzali, il conte Alvise Mocenigo, il conte Giuseppe Borisi, il marchese Domenico Olgiati, il conte Luigi Talenti, il conte Francesco Malaguzzi, il conte Francesco Annoni, il conte Emanuele de la Tour, e tanti altri.

L'alto numero di aristocratici fra i decorati è la conseguenza del fatto che all'epoca la carriera di ufficiale era per gran parte riservata ai membri delle famiglie nobili, anche se, come riscontrabile dagli elenchi riportati sugli Almanacchi lucchesi, sono diversi gli ufficiali che compaiono senza alcun titolo.

Con decreti del 25 agosto 1836 il duca Carlo Lodovico istituisce la Regia Cancelleria della Decorazione nominando Cancelliere il suo aiutante di campo generale e capo dello stato maggiore conte Achille de la Roche Pouchin, cappellano il reverendo Luigi Cecchi, già cappellano del battaglione Carlo Lodovico, archivista il capitano conte Vincenzo Buonamici e segretario generale il marchese Lelio Guinigi, già maggiore comandante dei Reali Carabinieri.

Sugli Almanacchi di Corte del Ducato di Lucca è possibile leggere la struttura amministrativa e gli insigniti della Decorazione nel corso degli anni. Nel 1840, a sei anni dalla sua istituzione, l'Almanacco conferma la medesima struttura amministrativa, che è la stessa riscontrabile sull'Almanacco del 1847, alla fine dello Stato ducale lucchese. L'Onorificenza è divisa in tre classi. La prima classe è riservata agli ufficiali comandanti superiori, la seconda agli ufficiali di ogni grado, mentre la terza può indistintamente essere ottenuta da ufficiali, sottufficiali e soldati.

I regolamenti prevedevano che le sentinelle dovessero rendere gli onori militari a tutti gli insigniti. La Decorazione è strutturata con al vertice il Capo Sovrano, titolo che il duca Carlo Lodovico di Borbone decretò essere trasmissibile "ai Nostri Successori insieme agli altri Nostri Diritti di Sovranità" confermandone dunque statutariamente la natura dinastica (atto del 7 maggio 1841).

Anche ai giorni nostri a norma degli statuti il conferimento della decorazione dipende interamente dalle determinazioni del Capo Sovrano S.A.R. il principe Carlo Saverio di Borbone Parma, "per cui resta proibito espressamente di chiedere di essere decorato della Croce di S. Giorgio ... " (atto del 7 maggio 1841, art. 3).