Un articolo dall’Olanda

Il 19 settembre 2018 il principe Carlo Saverio di Borbone Parma, duca di Parma e Piacenza, in occasione del discorso al Capitolo Generale dei Cavalieri, ha tenuto una interessante dissertazione sul concetto della conoscenza. Sebbene i suoi antenati si fossero allontanati dai ducati durante il processo di unificazione d'Italia, suo padre, il principe Carlo Ugo, aveva stabilito ottimi rapporti con gli abitanti della città e della provincia di Parma, partecipando a missioni commerciali parmigiane e prodigandosi in iniziative culturali per le istituzioni della Comunità Parmense.

Alla sua morte, nel 2010, come da suo desiderio, egli venne sepolto, in Parma, città che tanto amava, nella cripta della Basilica Magistrale Costantiniana di Santa Maria della Steccata. I buoni legami tra la famiglia ducale e la comunità di Parma sono continuati anche dopo la sua morte. Suo figlio, Carlo Saverio, in occasione del discorso al Capitolo, ha parlato di qualcosa che apparentemente non avrebbe nulla a che fare con il commercio; ha parlato di diverse forme di conoscenza. Ha ricordato per primo la dottrina del filosofo e matematico René Descartes. Cartesio stesso era un devoto cattolico, ma con il suo dubbio metodico sulle verità non testate e la sua preferenza per 'l'io autonomo' che pensa razionalmente, ha preparato una vera rivoluzione nella scienza. Da Cartesio in poi, le verità rivelate non sono state più viste come vie verso la conoscenza; le intuizioni emerse attraverso la ricerca empirica sono state considerate come percorsi verso la vera conoscenza, anche se Cartesio dubitava ancora sulla correttezza delle percezioni sensorie. Il principe Carlos non ha in alcun modo spazzato via il modo cartesiano di pensare. Ma ha indicato – sorprendentemente - un'altra forma di sapere accanto ad esso. Egli si riferiva all'acquisizione di conoscenze connesse a capacità differenti dalla sola ragione. A parte la mente, con la quale le persone possono esaminare la realtà fisica, il grande avversario di Cartesio, Blaise Pascal, vedeva l'esperienza e il "cuore" come 'strade' che danno accesso alla realtà. L'approccio di Pascal non ha privato la ragione del suo primato. Ma ha messo in prospettiva la fissazione degli studiosi su una filosofia in cui solo la ragione e non, per esempio, l'intuizione, l'affetto o l'esperienza sono coinvolti nella comprensione della realtà e del prossimo. Il principe Carlos non ha nemmeno esitato, nello spirito di “ In epistolam Johannis ad Parthos” di Agostino, a descrivere l'amore come una via di conoscenza. Le persone che amano gli altri li conoscono molto meglio di quando 'solo' fanno una diagnosi. In tale ottica le riflessioni che sono emerse sono sicuramente intuizioni preziose non solo per gli imprenditori, i politici, gli abitanti di una città, ma per le persone che cercano una nuova prospettiva. Fortunatamente, le buone intuizioni non conoscono confini.

Sintesi e traduzione di un articolo pubblicato in un prestigioso quotidiano nazionale olandese sotto il titolo ‘Rede en het hart’, in: Nederlands Dagblad 72(2018), 9 ottobre 2018, 13